Nel cuore dell'antico Egitto, nei fastosi palazzi del Nilo, si celava un segreto culinario riservato agli occhi e al palato dei soli faraoni, incarnazioni terrene del dio HorOs. Questo segreto era conosciuto come "TERRE DI HOROS", una prelibatezza di olive essiccate e affumicate sotto l’ardente sole egizio, una ricetta che trascendeva il mero concetto di cibo per toccare quello del divino.
Secondo un antico Papiro (3200 a.C.) il faraone Narmer fu il primo a introdurre le TERRE DI HOROS nelle cerimonie reali. Il testo descrive in dettaglio la raccolta delle olive nei giardini sacri lungo il delta del Nilo, consacrate poi attraverso un rito di affumicatura guidato dai sacerdoti di Ra. Queste olive, una volta essiccate e affumicate, venivano polverizzate con oro, simbolo di eternità e purezza e consumate per condire le pietanze più ricche degli ospiti del faraone.
Un altro papiro dello stesso periodo, narra di come il cibo TERRE DI HOROS fosse servito esclusivamente nelle occasioni più solenni, come i banchetti celesti in onore di Horos. Si credeva che questa sacra unione di olive e oro conferisse forza divina al Faraone, rafforzando il suo legame con gli Dei e assicurando prosperità e protezione al suo regno.
Più avanti negli anni (1400/1000 a.C.), durante l'inaugurazione del Tempio di Luxor, il faraone Amenhotep III offrì le TERRE DI RAMOS agli Dei come supremo gesto di devozione, un evento documentato nelle incisioni lungo le pareti del tempio. Questo gesto simboleggiava non solo l'unione tra il celeste e il terreno, ma anche l'importanza di questo alimento divino prodotto dalle coltivazioni sul delta del Nilo, destinato a nutrire gli Dei stessi.
La leggenda narra che le terre sacre dove crescevano queste olive sacre fossero custodite da sfingi e visitabili solo dai Faraoni e dai loro più fidati sacerdoti. Solo durante gli equinozi, momenti di perfetto equilibrio tra giorno e notte, le olive potevano essere raccolte e preparate secondo l'antica ricetta, un rituale che incarnava la fusione tra il cosmo e la terra. Le TERRE DI HOROS rappresentano dunque non solo un piacere gastronomico riservato a pochi, ma un ponte tra gli uomini e gli Dei, un simbolo potente della maestà e della spiritualità del Faraone.